Che cosa s’intende per “Psicologia“? Il termine deriva dal greco ψυχη’ (psiche, anima) e λóγος (studio, ricerca, logica, razionalità) quindi “psicologia” significa studio dell’anima o principio vivente dell’uomo, in senso laico. Psicologia vuol dire: “capire razionalmente l’attività della psiche“.
La nascita della storia delle scienze coincide con la nascita del pensiero filosofico greco. Il metodo di ricerca usato dai primi filosofi è l’osservazione con coinvolgimento di tutto il sistema percettivo. Con Eraclito si entra nella ricerca ontologica vera a propria, ricerca di cui poi Parmenide ne coglie l’essenza “l’essere è, il non essere non è”. Protagora aggiunge che “l’uomo è la misura di tutte le cose”. Con Socrate, Platone ed Aristotele il pensiero greco sviluppa la concezione della ψυχη’ o anima immortale.
Con Roma, il pensiero filosofico greco inizia il declino. Il mondo romano assorbe in grand parte la cultura greca e si indirizza in un altro campo di indagine: l’applicazione pratica.
L’avvento di Gesù Cristo cambia tutta la storia. Alla Roma imperiale si sostituisce la Chiesa di Roma. Al dualismo di corpo e anima subentra lo spirito, spirito come legame costante, immanente , tra Dio e l’uomo. Le facoltà razionali umane dipendono dalla grazia di Dio. La fede viene quidi prima della scienza. I diversi ordini religiosi forniscono la base filosofica della verità per fede.
In circa 8 secoli (che va dalla Patristica alla Scolastica) emergono due figure straordinarie: S. Agostino d’Ippona e Tommaso d’Aquino, ma anche Giovanni Duns detto Scoto e Guglielmo di Ockham possono essere cconsiderati brillanti menti del pensiero filosofico e scientifico medioevale.
Queste grandi figure del medioevo forniscono alla Chiesa Cattolica romana una solida base intellettuale che armonizza fede e scienza aristotelica in un periodo, noto poi come Umanesimo, in cui la ripresa dei contatti e dei viaggi tra Oriente ed Occidente (ed anche oltre), dopo l’immobilismo medievale, aveva riportato al centro dell’interesse l’uomo e le sue facoltà razionali.
Alla fine del 1500 questa armonia ta scienza e fede si rompe. Si parla di Rivoluzione Scientifica. Studiosi con Copernico e Galileo si accorgono che molte convinzioni del passato sui rapporti tra cielo e terra non erano corrette, scientifiche. Gli studiosi e le università iniziano a stabilire un percorso metodologico che il ricercatore deve seguire per far sì che la sua osservazione possa essere anche trasmessa agli altri. L’esperimento deve essere ripetibile e riproducibile da qualunque ricercatore.
Se il Settecento è il secolo dei lumi, l’Ottocento è il secolo della legittimazione del rigore metodologico. Nasce il Positivismo con il suo rigore scientifico. Gli strumenti di ricerca vengono affinati, le invenzioni si susseguono incessantemente. Emerge il problema delle scienze umane. Nelle scienze naturali c’è un soggetto osservante e un oggetto separato da chi osserva che però sta lì, per cui si può utilizare senza problemi il metodo. Ma analizzare un soggetto umano inserito in un contesto è più difficile, perchè il ricercatore è dentro la collettività umana e ne vive le dinamiche.
Alla fine dell’Ottocento nasce la psicologia sperimentale e Wilhelm Wundt nel 1879 fonda il primo laboratorio di psicologia fondato sul metodo sperimentale e sull’osservazione e nasce la psicologia fisiologica. Contemporaneamente per Franz Brentano, l’oggetto di studio della della Psicologia non sono i dati dei sensi, ma l’attività stessa della psiche.
Da questi due primi stili della Psicologia scientifica, si sviluppano numerose correnti della Psicologia contemporanea, dagli studi fisiologici sviluppatosi in Russia con Secenov, Bechterev e Pavlov agli studi del sistema nervoso superiore degli inglesi Sherrington ed Adrian.
Alla fine dell’Ottocento Sigmund Freud fonda un nuovo metodo di psicologia del profondo: la Psicoanalisi (la cosiddetta Prima forza). Freud ebbe molti straordinari allievi tra i quali Carl Gustav Jung, Alfred Adler e sua figlia Anna. Con Jung si passa dalla Psicoanalisi alla Psicologia analitica e con Adler si passa alla Psicologia individuale. Vanno citati comunque altri importanti esponenti della Psicoanalisi come jacques Lacan, melanie Klein, Victor Frankl e per la psichiatria fenomenoloigca Karl Jaspers e Ludwig Binswanger.
Nel 1912 Max Wertheimer pubblica l’articolo “Studi sperimentali sulla visione del movimento” e ha inizio la teoria della Gestalt con altri importanti esponenti come Köhler, Koffka e Lewin.
Nel 1913 invece è l’anno della pubblicazione dell’articolo “La psicologia da un punto di vista compportamentista” di John B. Watson e ha inizio l’importante corrente del Comportamentismo (la cosiddetta Seconda forza). In seguito, Skinner cercò di trasformare il comportamentismo in “scienze del comportamento”. L’interesse di Skinner era orientato verso le possibilità di modificare e controllare il comportamento mediante procedure di condizionamento, applicndo questa metodologia a tutti i settori dell’umano.
Emersa dagli studi condotti da Jean Piaget, un’altra corrente della psicologia chiamata Cognitivismo trovò la sua definitiva legittimazione nel 1967 con il testo “Psicologia Cognitiva” di Ulric Neisser.
Tutti gli studi condotti sul fronte della Psicologia nascono mentre il metodo scientifico positivista entra in una profonda crisi a causa delle sue stesse scoperte nell’ambito delle scienze cosidete “esatte”.La possibilità di formulare geometrie non euclidee sulla base dell’indimostrabilità del V postulato fa cadere il perfetto esempio di scienza.
Inoltre i progressi nel campo della Fisica, con il passaggio della relatività di Einstein alla fisica quantistica gettano definitvamente in crisi la meccanica newtoniana. In particolare, il “principio di indeterminazione” di Heisenberg mette in luce il fatto che la materia, presentando a livello subatomico contemporaneamente caratteristiche corpuscolari ed ondulari, può essere influenzata dall’azione dell’uomo. Il ricercatore on è un elemento neutro al momento dell’esperimento, ma ne determina l’andamento.
L’obiettivo di unità di metodo nelle scienze non è più perseguibile. Si tentano varie soluzioni, generalmente classificate sotto la definizione di Neo-positivismo. Tutti i tentativi alla fine approdano allo stabilire delle convenzioni fondate sulla correttezza logica delle dimostrazioni e non più sull’evidenza. Si abbandona la speranza di conoscere davvero la realtà. Dalla fine del XIX secolo agli anni successivi al primo dopoguerrra il vero e scientifico non è più considerato ciò che è suffragato dal dato dell’esperienza verificata, ma ciò che è considerato tale dalla comunità scientifica.
Durante le conferenze tenute a Vienna e a Praga nel 1935 Edmund Husserl fu costretto ad ammettere l’impossibiltà di trovare risposta agli interrogativi profondi dell’umano attraverso l’uso delle cosiddette scienze esatte. Evidenzia “La crisi delle scienze europee e la psicologia”. Secondo Husserl, il fine naturale dato all’umanità europea dalla filosofia greca era andato perduto. La scienza si era allontanta da tutti quei problemi decisivi per un’umanità autentica, come il fondamento dell’esistenza stessa.
Husserl afferma che l’unica speranza per l’umanità consiste nel ritrovamento di una via ontologica e al tempo stesso fenomenologica al mondo della vita. Per Husserl percorrere questa via è propriamente compito della psicologia. Per risolvere la crisi delle scienze, quindi, occorreva innanzitutto rifondare la psicologia. Pur non essendo psicologo, conosceva già le maggiori correnti della psicologia scientifica a lui contemporanee, ma affermava che non erano quelle le psicologie che potevano recuperare il criterio di esattezza della vita. Egli sosteneva che l’unica scienza psicologica capace di rintracciare il criterio di realtà, sarebbe stata quella scienza capace di attraversare tutte le opinioni e le tradizioni per accedere direttamente nel farsi delle cose, una psicologia capace di trovare una strada che portasse dentro il mondo-delle-vita.
Nonostante la denuncia di Husserl, le varie correnti della psicologia proseguono i loro studi mantenendo l’impostazione neo-positivista. In sostanza, la psicologia non assume il ruolo che Husserl aveva auspicato e nel 1956, a Parigi, alcuni esponenti della psicologia di allora, tra cui Carl R. Rogers, Rollo May, Abraham Maslow, Anthony Sutich e altri si riunirono. Erano gli psicologi della cosiddetta Terza forza o Psicologia umanistico-esistenziale.
La psicologia umanistico-esistenziale si interessa di valori come: amore, creatività, sé, crescita, autorealizzazione, peak experience e concetti relativi. Comunque, malgrado la terza forza, il problema aperto da Husserl non era ancora stato risolto. Bisognava attendere una nuova visione che ricominciasse la ricerca con una nuova metodologia. Maslow afferma che la Psicologia umanistica era solo un momento di transizione, “un prologo per una Quarta psicologia ancora più elevata, transpersonale, transumana, centrata sul cosmo piuttosto che sui bisogni e sull’interesse umano” , una forza che doveva andare oltre i concetti di umanità, identità e autorealizzazione. Inoltre aggiungeva Maslow, l’esistenzialismo poteva costituire quell’ulteriore spinta verso lo sviluppo di un’altra branca della psicologia: “la psicologia del Sè completamente sviluppato e autentico, e dei suoi modi di essere. Sutich lo ha suggerito col nome di ontopsicologia“.
I grandi della psicologia di allora non sapevano come dovesse essere questa “ontopsicologia”, ovvero la psicologia che svela il fondamento ontologico dell’umano.
L’Ontopsicolgia (psicologia dell’essere – riproposta della conoscenza elementare per reimpostare il soggetto umano in contatto cosciente ed operativo con il mondo della vita o con la realtà dell’essere a scopo di realizzazione individuale ed integrale) di Antonio Meneghetti nasce dal lavoro da lui svolto come professore invitato per gli anni accademici dal 1970 al 1973 presso la Pontificia Università San Tommaso D’Aquino in Roma. L’impostazione era chiara sotto il profilo filosofico, ma emergeva la necessità di una verifica sperimentale che dimostrasse la validità della novità in senso scientifico. Meneghetti cercava sul piano della Psicologia il riscontro clinico attraverso la riuscita della cura. Nel 1972 viene inaugurato a Roma un autonomo Centro di Terapia Ontopsicologica. Dai risultati positivi ottenuti nel campo della cura, Meneghetti raccoglie elementi che gli permettono di giungere ad una serie di scoperte come il campo semantico, l’in sè ontico e il monitor di deflessione.
Oggi il pensiero di Meneghetti viene insegnato all’Università Statale Internazionale di S.Pietroburgo in Russia e in Brasile, all’Università Antonio Meneghetti.